Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy con il Decreto-legge 2 marzo 2024  ha istituito il nuovo Piano Transizione 5.0, destinato alle aziende con sede in Italia.

Qui sotto ti spieghiamo i punti fondamentali di questo bando.

 

QUALI SONO GLI OBIETTIVI DEL PIANO TRANSIZIONE 5.0?

Nel biennio 2024-2025 il Piano Transizione 5.0 mette a disposizione 6,3 miliardi di euro sottoforma di credito d’imposta alle aziende per stimolarle sia a digitalizzarsi sia a ridurre i propri consumi energetici e conseguentemente il proprio impatto ambientale.

 

CHI SONO I SOGGETTI BENEFICIARI DEL PIANO TRANSIZIONE 5.0?

Tutte le imprese italiane indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore di appartenenza e dalla dimensione.

 

IN QUALE TIPO DI CONTRIBUTO CONSISTE IL PIANO TRANSIZIONE 5.0?

Si tratta di un’agevolazione sotto forma di credito d’imposta proporzionale alla spesa sostenuta per nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, effettuati nel biennio 2024-2025.

Il credito di imposta è riconosciuto a condizione che si realizzi una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o, in alternativa, di almeno il 5% del processo interessato dall’investimento.

 

QUALI SONO LE SPESE AMMISSIBILI DAL PIANO TRANSIZIONE 5.0?

La riduzione dei consumi energetici deve conseguire da investimenti in beni materiali e immateriali così come da Piano Transizione 4.0.
A questi si aggiungono i software relativi alla gestione d’impresa e quelli di monitoraggio energetico.

All’acquisto di uno o più beni 4.0, possono essere aggiunte all’investimento incentivabile spese in formazione del personale (in presenza/a distanza) per acquisire o consolidare competenze sulla transizione energetica e digitale dei propri processi produttivi.

 

COME SI PUÒ ACCEDERE ALL’AGEVOLAZIONE?

La procedura per l’accesso all’agevolazione è subordinata alla presentazione di una certificazione «Ex ante», attestante la riduzione dei consumi energetici conseguibile mediante gli investimenti progettati, ed una «Ex post», comprovante l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità alla certificazione ex ante.

 

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