Così come anticipato dal nostro precedente articolo, il 30 maggio il MIPAAF ha pubblicato il decreto che apre ufficialmente la nuova campagna per la partecipazione al bando OCM Vino – Promozione sui mercati dei Paesi Terzi 2019/2020. In data 10 giugno, però, lo stesso è stato leggermente modificato. Per non farti perdere nessun aggiornamento, qui spieghiamo in sintesi quello che c’è da sapere sul nuovo bando OCM Vino – Promozione 2019/2020.
Cosa è il bando OCM Vino – Promozione sui mercati dei Paesi Terzi?
OCM sta per Organizzazione Comune di Mercato, un sistema coerente di misure che permettono all’Unione Europea di gestire in modo adeguato il mercato di uno specifico prodotto agricolo.
Per farlo, l’Unione stanzia annualmente diversi fondi tra cui quelli dedicati all’OCM Vino, che andranno a coprire progetti relativi alla promozione dei prodotti vitivinicoli nei paesi esteri non comunitari, con l’obiettivo di riequilibrare il mercato vinicolo europeo per accrescere la competitività dei produttori.
Chi può presentare la domanda?
- le organizzazioni professionali, purché abbiano tra i loro scopi la promozione dei prodotti agricoli;
- le organizzazioni di produttori di vino;
- le associazioni di organizzazioni di produttori di vino;
- le organizzazioni interprofessionali;
- i consorzi di tutela riconosciuti e le loro associazioni e federazione;
- i produttori di vino;
- i soggetti pubblici con comprovata esperienza nel settore del vino e della promozione dei prodotti agricoli;
- le associazioni di impresa e di scopo costituende o costituite tra i soggetti di cui sopra;
- i consorzi, le associazioni, le federazioni e le società cooperative;
- le reti di impresa composte da produttori di vino.
Quali attività finanzia il bando nazionale OCM Vino Promozione?
Le seguenti azioni possono essere fatte in uno o più Paesi terzi o mercati dei Paesi terzi:
- azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità, che mettano in rilievo gli elevati standard dei prodotti dell’Unione, in particolare in termini di qualità, sicurezza alimentare o di ambiente;
- partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale;
- campagne di informazione, in particolare sui sistemi delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche e della produzione biologica vigenti nell’Unione;
- studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione.
L’importo del contributo è al massimo il 50% dei costi sostenuti, contributo che in certi casi può essere integrato con i fondi nazionali e regionali fino a un massimo del 30% delle spese sostenute. Nel nostro scorso articolo vi abbiamo spiegato le tipologie di progetti che possono essere ammessi. Questo decreto riguarda quelli a valere su quota nazionale e possono essere presentati entro il 15 luglio 2019. Nei prossimi giorni le regioni pubblicheranno i propri decreti, con le disposizioni relative ai progetti a valere regionale.
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